venerdì 14 maggio 2010

Se critichi ti cancello

Sono tempi bastardi. Dalla cultura del confronto, anche duro ma democratico, che aiuta la società a crescere si è passati alla sterile cultura del nemico da abbattere ad ogni costo e con ogni mezzo. In giro si incontrano tante persone prive di spirito critico e ridotte a pericolosi automi. Sono fanatici della propria "tribù", servi sciocchi e semplici opportunisti. Un popolo, che ama più di ogni altra cosa il calcio, dovrebbe sapere che i giocatori in campo si confrontano duramente, a volte commettendo anche qualche fallo di troppo, ma ogni partita finisce sempre con una stretta di mano e lo scambio della maglietta. Un popolo evoluto dovrebbe sapere che la critica stimola importanti riflessioni e consente di intervenire in tempo utile per migliorare lo stato delle cose a vantaggio di tutti. Oggi la tendenza generale è di staccare il cervello e di uniformarsi ciecamente alla linea del capo, del partito o della guida spirituale. Non è più permesso criticare, fare funzionare i neuroni, provocare. Aumentano i casi grotteschi, come quello della zia politicamente destrorsa che cancella dagli amici di facebook la propria nipote perché ha osato pubblicare messaggi di critica contro il governo in carica. E ancora per restare nel social network, il caso dell'artista indipendente che cancella un vecchio e caro amico solo perché questo ha osato accettare tra i suoi contatti un esponente del PdL. La regola è schierarsi, combattere e ubbidire senza pensare e criticare, altrimenti si rischia di essere cancellati (al momento, soltanto nei social network, domani chissà…).  




3 commenti:

  1. Concordo. Aggiungo che i servi sciocchi non fanno un gran danno, se non sono troppi…. Il vero pericolo, a mio avviso, nasce dagli opportunisti, veri simboli dell’individualismo dei nostri tempi, che porta ad occuparsi solo del proprio tornaconto. Nella nostra era post ideologica, abbiamo un disperato bisogno di uomini liberi che con fantasia ed intelligenza portino idee nuove, per rinnovare le nostre comunità e creare così le condizioni per progettare un futuro migliore. Abbiamo bisogno di amministratori che sappiano superare i vincoli della burocrazia e del partito, e con coraggio propongano nuove formule, magari prendendo esempio da quelli che, nel mondo, hanno già trovato soluzioni più efficienti. E di esempi non ne mancano.
    Buon lavoro!

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  2. Cacchio, sei proprio bravo; a dire il vero mi pare però che le "cancellazioni" fossero in voga, a destra e a manca, già molto prima dell'era dei social network. Già, a destra e manca. E almeno ci restava un centro... di gravità. Adesso al centro c'è ressa. E siccome non ci si sta, non ci si può stare tutti quanti, ecco che si vorrebbe buttar fuori "gli altri", gli avversari che sono diventati nemici.
    Ciao, alla prossima.

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  3. E' un problema culturale, di tutti. Il paese è allo stremo per colpa dei suoi abitanti, di noi cittadini, non di altro :(

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