martedì 5 febbraio 2013

Il dossier sul compagno D


Anno 2013 - La stanza è in penombra. Il giovane direttore è seduto nella sua poltrona di pelle nera e sta fumando un grosso sigaro. Mi guarda con un certo imbarazzo. “L’ho fatta chiamare perché volevo farle vedere una cosa che la riguarda”. Tira fuori dal cassetto della scrivania un faldone. Non riesco ancora a capire che cosa sta succedendo. Il direttore riprende a parlare. “C’è stato consegnato la scorsa settimana, guardi che cosa c’è scritto nella prima pagina”. Gira il malloppo verso di me e leggo: “Dossier - Tutto quello che dovete sapere sul compagno D”. Continuo a non capire, il direttore mi viene incontro spiegando bene di cosa si tratta. “Ci hanno consegnato questo dossier contro di lei, per metterci in guardia. In sostanza, come può leggere lei stesso nella nota introduttiva, la dipingono come un pericoloso comunista”. Guardo meglio il faldone. Lo sfoglio. Non è proprio un dossier, bensì un’accurata raccolta di comunicati stampa e interventi che ho scritto negli anni per conto di altri clienti, amministratori contrari al consumo di suolo, al potenziamento dell’aeroporto di Malpensa, alla realizzazione di infrastrutture di grande impatto ambientale devastanti per il territorio. Quindi deduco che sono un comunista per i documenti che ho redatto per conto terzi. Ma se così fosse, quale sarebbe il problema? Il direttore mi guarda negli occhi e mi dice: “Non si preoccupi. A noi non interessa questo dossier. Non ci frega niente se lei è rosso, bianco o verde. Non ci riguardano neanche le sue tendenze sessuali o religiose. A noi interessa solo che sappia fare bene il suo lavoro e su questo punto siamo davvero molto soddisfatti. Stia tranquillo”. Ringrazio e chiedo di conoscere il mittente. Il direttore tira una boccata dal sigaro e poi: “Preferisco di no, non ha importanza”. Viene chiamato un attimo nell'ufficio accanto e approfitto della sua assenza per guardare meglio il faldone. Il mittente è stato cancellato con un pennarello nero ma in controluce riesco a leggere lo stesso il nome: lo conosco. È un tizio politicamente molto vicino ai tre soci dell’azienda. Non pensavo che arrivasse a tanto. Il suo tentativo di screditarmi per farmi perdere una consulenza non ha funzionato. In ogni modo, come ha detto il direttore, non ha importanza. Ad maiora! 


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