giovedì 17 febbraio 2011

La storia del gobbo

Anni Ottanta. La festa è finita. Nella grande villa restano poche coppie e il figlio del ricco proprietario. È un ragazzotto grasso, sudato, antipatico, pieno di brufoli, con i capelli mossi e unti. Ricorda tanto il Gobbo di Notre Dame. Sono tutti giovani, frequentano la stessa università e in larga maggioranza provengono da famiglie molto modeste. È giunto il momento dell'intimità. Ogni coppia ufficiale o formatasi per l'occasione si apparta in qualche angolo e fa all'amore. La ragazza più bella, la più desiderata di tutti resta fuori in giardino, immobile sul bordo della piscina illuminata. Sembra un angelo. È una creatura perfetta. Guarda negli occhi il Gobbo di Notre Dame, la cui unica virtù è di essere il figlio di un ricco e potente industriale. Lui è sconsolato. Lei si avvicina, sorride, lo afferra per mano e lo trascina decisa in una stanza per scoparselo. Solo dopo qualche minuto, il gobbo esce urlando dalla stanza con le braccia tese verso il cielo in segno di vittoria. È nudo e grida più volte: "Fatto! Adesso sono un uomo… Sono un uomo". Lei non lo ama, ma lui è ricco. Diventerà la sua fidanzata. Lei non lo ama, ma lui è ricco. Diventerà sua moglie. Lei non lo ama, ma lui è ricco. Diventerà la madre dei suoi figli. Lei non lo ama e nel tempo si consolerà come potrà di nascosto, affettivamente e sessualmente. Ha venduto il proprio corpo e la propria dignità in cambio di sicurezza per tutta la vita. Oggi certe ragazze si vendono anche per molto meno. Sono addirittura disposte ad andare a letto, una o più notti, con un vecchio ricco, porco e vanesio, per avere in cambio qualche regalino, un posto dove dormire o contanti per pagare 100 euro di arretrati alla palestra. È vero! Per le più fortunate, nei tempi moderni, il letto può diventare anche un trampolino di lancio per rapidissime e solide carriere nelle istituzioni o nel mondo dello spettacolo. Queste, però, sono altre storie italiane, storie di allegre puttane poi ricompensate con i soldi dello Stato.


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