È salito sul ring nel 1969. Era una gelida notte di inverno. Ha imparato in fretta a muoversi, la difesa, l'attacco e tutte le regole che servono per resistere agli urti e soprattutto ai colpi bassi. Qualche volta è scivolato perché colpito alle spalle o da persone che non riteneva avversarie. Anche in queste occasioni si è subito rialzato, più forte e temprato nel carattere. Una roccia. È ancora sul ring e ogni tanto la vita senza motivo lo mette alle corde e lo massacra senza pietà. Un colpo dietro l'altro. Una pioggia di sangue. Uno scempio da fare intimidire perfino Jack La Motta, il famoso Toro Scatenato che prendeva un sacco di pugni senza mai andare giù. Una roccia non crolla, anche se a volte le botte frantumano il cuore e l'anima in mille pezzi come un bicchiere di cristallo. Il dolore è forte ma si continua a rimanere in piedi, anche quando non si vorrebbe. Anche quando si perde il conto delle ferite larghe e profonde. Un bravo pugile non si arrende mai, continua a combattere, con dignità, onestà e coraggio.
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