L’autunno è alle porte e in giro regnano pessimismo e fastidio. La crisi economica genera mostri e cattivi pensieri. Le famiglie sono con l’acqua alla gola e la casta politica, come un panzer, continua imperterrita a fare danni, a ragionare per tribù, a lavorare esclusivamente per gli interessi privatissimi di pochi, ad abbattere uno dopo l’altro i pilastri costituzionali della Repubblica. Adesso con la grande truffa dell’eliminazione dell'IMU (voluta per motivi di propaganda elettorale), aumenteranno la tassazione e i servizi a livello locale. Ogni tanto agli italiani raccontano che la crisi finirà tra sei mesi, un anno, due anni o forse domani mattina. Per ultimo il Centro studi di Confindustria informa che la recessione è finita, l’Italia è arrivata al punto di svolta ma la ripresa sarà comunque lenta. Meglio incrociare le dita, almeno fino al prossimo annuncio.
mercoledì 11 settembre 2013
domenica 23 giugno 2013
Ricaricare il cellulare nel parco
domenica 16 giugno 2013
Rachele è cambiata

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martedì 11 giugno 2013
In Italia la bottiglia tira
Nel 2012 il riciclo del vetro ha raggiunto il 70,9% (68,1% nel 2011), una delle percentuali più alte d’Europa. A causa della crisi, però, nello stesso anno è diminuita del 4,8% la produzione di contenitori in vetro rispetto all'anno precedente ed è calata dello 0,5% la raccolta di rifiuti da imballaggio. Nonostante ciò, il tasso di riciclo ha proseguito il suo trend positivo. Producendo bottiglie e barattoli di vetro disegnati e realizzati “su misura” può essere fronteggiata la crisi. È questa secondo Assovetro, l’Associazione Nazionale degli industriali del vetro, la nuova frontiera dell’industria del settore che già vede 1.500 piccoli produttori di vino che chiedono bottiglie assolutamente originali per salvaguardare il carattere distintivo dei propri prodotti. Il ramo dei contenitori “on demand”, grazie alla sua alta specializzazione e alla sua duttilità, si presta e bene a fronteggiare la crisi. Oltre ad essere un materiale sostenibile perché riciclabile al 100%, il vetro è il materiale per eccellenza capace di vestire e dare forma a ciò che contiene, valorizzando e caratterizzando inequivocabilmente una marca.
venerdì 7 giugno 2013
Una buona giornata

normale scriverebbe nell'arco di una settimana. È ora di uscire. Sento uno squillo e sul display del cellulare appare un messaggio. Sono le otto e un conoscente ha ritenuto necessario augurarmi “buona giornata e buon lavoro”. La cosa mi preoccupa e ho ragione. Metto in moto l’auto. Faccio in tempo percorrere qualche chilometro, poi la vettura all'improvviso si spegne. Giro più volte la chiave. Non dà più segnali di vita. Sono abbastanza vicino da raggiungere a piedi la sede del primo appuntamento della giornata. Dopo qualche ora torno alla vettura e riesco a farla partire. Non va bene, strattona, soffoca. Il danno deve essere serio. Raggiungo a fatica l’officina, la controllano subito. È un guasto del sistema elettronico. Occorre cambiare un pezzo. Costo complessivo dell’intervento 300 euro.
Inizio a pensare "male" al tipo che mi ha augurato una buona giornata ma il cellulare squilla. Devo rispondere. È la responsabile dell’ufficio stampa di un ente. Mi chiede se è confermata la mia presenza a una conferenza stampa che si svolgerà tra 30 minuti. Le rispondo cortesemente: “Non posso. Sono bloccato per un guasto all'auto in officina”. Lei: “Ho capito ma riesci a venire?”. Faccio una smorfia e rispondo: “No! Sono rimasto a piedi per un guasto all'auto e adesso sono in officina. Bloccato”. Lei: “Ho capito. Ma riesci a venire?”. A questo punto a stento riesco a non mandarla in questo posto dove non batte mai il sole e parlando come si parlerebbe a una ritardata scandendo bene le parole: “Sono rimasto a piedi. Guasto auto. Impossibilitato a venire. Mi dispiace”. Lei con tono indispettito prima di interrompere bruscamente la telefonata mi ribatte: “Se proprio non riesci a venire. Pazienza!». Dopo due ore l’auto è pronta, pago e vado via. Afferro il cellulare, premo velocemente i tasti e rispondo al tipo che mi ha messaggiato di mattina: “Buona giornata anche a te o almeno che sia bella come la mia”.
sabato 18 maggio 2013
VenTo, la più lunga ciclovia d’Europa
In bicicletta da Venezia a Torino passando per Expo 2015. È questo il progetto di sviluppo VenTo del Politecnico di Milano. L’obiettivo è la creazione di una pista ciclabile che colleghi Venezia a Torino lungo il fiume Po. È un'infrastruttura che comporta innovazione e benefici ma soprattutto portatrice di una nuova cultura, di una svolta nazionale. Si tratta di 679 km di ciclabile, ma anche di green economy, green job e potenziale crescita dell’economia. I 40.000 km di ciclabili tedesche producono 8 miliardi di indotto all’anno. Le grandi ciclovie europee sono opere per rilanciare lo sviluppo di un Paese. I promotori rilevano che in parte la ciclabile esiste già, bastano degli accordi tecnici e politici per sistemare, completare e mettere in sicurezza dove necessario. Il progetto è stato già condiviso da 2.500 cittadini, 25 istituzioni 25 associazioni può essere realizzato in due anni e costa 80 milioni di euro ma per i promotori è capace di produrre economie diffuse per oltre 100 milioni di euro all’anno. Intanto, per promuovere VenTo, è stato organizzato un bici Tour in 15 tappe, una settimana di eventi dal 25 maggio al 2 giugno, partendo da Torino con arrivo a Venezia. VenTo ha infinite potenzialità, per esempio potrebbe crescere collegandosi con altre ciclabili (Brennero-Peschiera-Mantova, Torino-Nizza, Mantova-Ferrara-Adriatico).
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