Milano - Oggi la palestra è quasi deserta. Prima di iniziare l’allenamento infilo le cuffie e alzo il volume al massimo. Partono le note di “Smell like teen spirit” dei Nirvana. Sudo, elimino le tossine cattive e mi rilasso. In un angolo della sala vedo due signore anziane, super truccate, con coloratissime tute ginniche, collane e braccialetti d’oro in bella evidenza. Fanno esercizi e parlottano tra loro. Mi chiedo perché si combinino così, ma è meglio fregarsene tanto non è importante saperlo. Dopo circa un’ora termino e vado diritto nello spogliatoio. Dentro ci sono altri due uomini che si stanno cambiando e ridendo parlano di calcio, donne e impegni serali.
Improvvisamente sentiamo con chiarezza dei gemiti provenire dal locale delle docce. Ci guardiamo in faccia con aria stupita facendo un’espressione del tipo: “Che cazzo sta succedendo?”. I lamenti di piacere stanno aumentando di intensità. Passano minuti che sembrano ore. Non resistiamo alla tentazione, entriamo nelle docce e immerso in una nube di vapore scorgiamo un tipo tatuato sul metro e sessanta, magrolino e in mutande a pois che sotto un getto potente di acqua bollente si strofina energicamente con una mano la zona dell’arnese e ansima in maniera imbarazzante. Uno spettacolo grottesco. Si accorge della nostra presenza ma continua a sfregare come se niente fosse. Ancora qualche gridolino, poi il mutandato chiude il rubinetto, ci passa in mezzo e sussurra: “Dopo l’allenamento, una doccia calda è quello che ci vuole”. Vorrei proporgli un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) ma poi penso che sia meglio fregarmene e darmi una sciacquata veloce che si è fatto tardi.
Improvvisamente sentiamo con chiarezza dei gemiti provenire dal locale delle docce. Ci guardiamo in faccia con aria stupita facendo un’espressione del tipo: “Che cazzo sta succedendo?”. I lamenti di piacere stanno aumentando di intensità. Passano minuti che sembrano ore. Non resistiamo alla tentazione, entriamo nelle docce e immerso in una nube di vapore scorgiamo un tipo tatuato sul metro e sessanta, magrolino e in mutande a pois che sotto un getto potente di acqua bollente si strofina energicamente con una mano la zona dell’arnese e ansima in maniera imbarazzante. Uno spettacolo grottesco. Si accorge della nostra presenza ma continua a sfregare come se niente fosse. Ancora qualche gridolino, poi il mutandato chiude il rubinetto, ci passa in mezzo e sussurra: “Dopo l’allenamento, una doccia calda è quello che ci vuole”. Vorrei proporgli un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) ma poi penso che sia meglio fregarmene e darmi una sciacquata veloce che si è fatto tardi.
Nessun commento:
Posta un commento