lunedì 25 ottobre 2010

Dal 1 gennaio commissariati i Comuni

Piove sul bagnato. La manovra finanziaria impone agli enti locali tagli pesanti, indiscriminati e irrazionali. Dal 2011 ne sarà paralizzata l'attività e salteranno migliaia di collaborazioni esterne anche di alto profilo professionale a danno di onesti lavoratori. La cricca invece continuerà a sprecare miliardi di euro divorando il futuro degli italiani. Il governo ha ridotto i trasferimenti delle risorse statali verso le periferie. Ha anche imposto ai comuni tagli dell'80% delle spese per studi e incarichi di consulenza e delle spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza. Da un punto di vista mediatico queste strette sono state vendute come azioni di buonsenso contro gli sprechi nella pubblica amministrazione. Non è così. È solo una manovra disperata per fare quadrare i conti ma a scapito degli enti locali e dei loro "necessari" collaboratori esterni. Un comune, per esempio, non potrà più liberamente ricorrere a un avvocato quando avrà bisogno di un parere legale, a un ingegnere per sviluppare un progetto urbano oppure a un giornalista per comunicare nel segno della trasparenza come stabilisce la legge nazionale 150/2000. Non potrà decidere come e quando impiegare le proprie risorse. È una manovra finanziaria che calpesta in maniera drammatica l'autonomia degli enti locali, che di fatto dal 1 gennaio saranno commissariati. Molti sindaci sono pronti a restituire la fascia tricolore, perché messi nella surreale condizione di non potere amministrare. È una manovra borderline a forte rischio di incostituzionalità ma di questo finora se ne è parlato troppo poco.



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