martedì 26 ottobre 2010

Lo strano caso delle cassandre ministeriali

C'è qualcosa di sinistro nelle strategie del governo di destra che domina in Italia. Le cassandre ministeriali non perdono occasione per lanciare l'allarme sicurezza contro il possibile ritorno del terrorismo rosso (come dimostrerebbero gli attacchi alle sedi della Cisl) o contro la possibile infiltrazione della camorra nelle manifestazioni della gente di Napoli sommersa fino al collo dalla munnizza. Certe posizioni sembrano più un auspicio che un vero segnale di pericolo, un ambiguo tentativo di alimentare un clima mediatico calibrato per aumentare ancora la tensione sociale, per fare in modo che avvenga l'irreparabile. Non è possibile credere che tutto questo serva per giustificare il ricorso alla violenza da parte del potere, anche perché finora le manganellate non sono state risparmiate né ai terremotati dell'Abruzzo in rivolta, né ai manifestanti di Terzigno. L'augurio è che non si voglia invece dare l'ultima spallata alla Repubblica, accelerare il processo di destabilizzazione, generare il caos e spaccare il Paese in due per la gioia di qualche secessionista in verde. Ampio risalto mediatico è stato addirittura dato alle scritte delle brigate rosse o comunque con la stella a cinque punte "improvvisamente" apparse sui muri di Torino. Si coglie in certe dichiarazioni una voglia insana di Anni Settanta, anche se manca la materia prima. È anche vero, però, che i terroristi alla bisogna si possono creare in laboratorio. Il Paese è già entrato nella fase di implosione. I cittadini chiedono lavoro, stabilità sociale, servizi di qualità e giustizia. Le imprese vogliono un piano di sviluppo industriale, serie politiche economiche e la riduzione dell’opprimente pressione fiscale. Voci queste che restano inascoltate perché l'attenzione è tutta rivolta alle leggi ad personam, alla macchina del fango, allo scontro politico e sociale. In ogni modo, sarebbe un grave errore usare la forza contro la gente esasperata. Anche perché a causa della crisi presto la rabbia esploderà in ogni angolo di questa Italia “derubata e colpita al cuore”.



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