Al Nord la mafia non esiste. Lo sostengono sindaci, politici di spicco e persino prefetti. Anche di fronte all'evidenza di imponenti inchieste, affari sporchi e morti ammazzati, qualcuno continua a relegare tutto a fenomeni folcloristici, sangue a parte, legati a terroni criminali con coppola e lupara che si sono trasferiti nelle regioni "verginelle" del Nord. La realtà è diversa. I mafiosi di oggi sono professionisti insospettabili che hanno in loco il sostegno di una fitta rete sociale ed economica. Le mafie al Nord ci sono sempre state, hanno avuto almeno tre decenni per ramificarsi e svilupparsi. Il docente dell'Università di Oxford, Federico Varese, sostiene che questo fenomeno non è frutto di un'occupazione territoriale decisa a priori da alcuni strateghi delle organizzazioni criminali. Le mafie hanno attecchito soltanto dove c'è stata una richiesta di mafia. I criminali sono diventati "esperti consulenti dell'illegalità" per fare affari, soprattutto in Lombardia e in Piemonte. Mentre in Friuli e nel Veneto non sono riusciti a mettere radici. Non è più credibile il concetto di un popolo puro del Nord, in cui si sono infiltrati elementi esterni mafiosi.