mercoledì 29 febbraio 2012

Il carro armato


È la via principale e trafficata di un piccolo feudo milanese della Lega Nord. In questo comune perfino il fondo delle strisce pedonali è di un acceso colore verde. 
Devo attraversare la strada. Arrivano tre macchine e correttamente si fermano davanti alle strisce ed io mi avvio con passo veloce. 
Non faccio in tempo ad arrivare a metà del percorso che vedo spuntare a velocità una specie di carro armato. Supera a sinistra le tre auto ferme e solo perché mi catapulto in avanti non mi tira in aria. 
Faccio in tempo a vedere chi sta alla guida. È una donna dai capelli marrone cacca. Ha un viso magrissimo e bianco impreziosito con gioielli e tonnellate di trucco. 
Le labbra sono gonfie e spiccano per via di un rossetto rosso sangue. Con una mano tiene il cellulare attaccato a un orecchio e con l’altra il volante. 
Incrociamo per un attimo gli sguardi. Io sono spaventato. Lei invece fa una strana smorfia e preme sull’acceleratore. 
Mi riprendo e istintivamente inizio a correre dietro al carro armato imprecando. Ci sono altre auto e spero tanto che il semaforo poco distante diventi rosso. Invece resta verde e vedo il carro armato sparire in lontananza mentre dal finestrino la donna tira fuori una mano e mi saluta sollevando il dito medio. Ho il fiatone a causa dell'inutile corsa e come uno dei personaggi del comico Antonio Albanese esclamo: “Buttanazza, di chidda buttanazza!”. 





giovedì 23 febbraio 2012

Come fare sesso ecologico


Fare sesso ecologico è possibile. Basta seguire alcuni consigli pratici di Greenpeace, tornare al naturale e il gioco è fatto. 
Anche la band italiana “I neri per caso” qualche anno fa cantava: “Fare sesso è naturale e fa bene a ogni età, non c’è niente di immorale e beato chi lo fa”. 
Ecco le semplici regole da usare: spegnere le luci per ridurre il consumo di energia. Se non volete rinunciare al contatto visivo, allora fate l’amore di giorno; usate frutta priva di pesticidi e OGM free per accendere la passione orale, acquisire calorie durante i preliminari e anche per improvvisare giochi più “intimi”; ostriche e molluschi sono considerati potenti afrodisiaci, ma per procurarli l’uomo devasta gli oceani. Puntate su prodotti equivalenti, magari del commercio equo e solidale, come bevande a base di guaranà e caju; se vi piace fare sesso all’aperto appartatevi in un angolo del vostro giardino, ma a una condizione: l’erba non deve essere trattata con pesticidi chimici, meglio optare per prodotti naturali; se vi piacciono sex toys e accessori erotici evitate accuratamente oggetti che contengono sostanze nocive come il PVC perché sono tossici per la persona e l’ambiente. Scegliete invece oggetti in gomma naturale e cuoio; per ridurre i consumi dell’acqua, bene prezioso dell’umanità e fonte di vita, fate la doccia o il bagno insieme; se vi piace l’arte dello spanking (le sculacciate) usate remi di legno certificato FSC (legno ecologico proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici); fate giochi di ruolo ecologici, interpretando ruoli diversi e trovando una soluzione erotica per superare problemi che riguardano l’ambiente; fate l’amore non fate la guerra. 





mercoledì 22 febbraio 2012

Come differenziare la plastica


Viviamo in un mondo di plastica. Tanti materiali che ci circondano e che usiamo giornalmente sono derivati del petrolio. Una buona raccolta differenziata della plastica consente di rispettare l’ambiente, contenere i costi di smaltimento, riciclare meglio e soprattutto di superare i rigidi controlli effettuati nei centri di raccolta di COREPLA (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi di Plastica). 
La plastica non è tutta uguale. I materiali riciclabili (contraddistinti dalle sigle PE, PET e PVC) sono “termoplastiche”: possono essere fusi e rimodellati più volte, avendo una struttura molecolare a catena aperta, con un basso grado di reticolazione. Esempi: bottiglie d’acqua minerale, flaconi di detersivi o sapone liquido; vaschette; retine utilizzate come contenitori di frutta e verdura. 
Altre oggetti di plastica, invece, sono “termoindurenti” e possono essere formati una sola volta. Non sono riciclabili perché se sottoposti al calore per una seconda volta si carbonizzano. Esempi: giocattoli, oggettistica, secchielli, innaffiatoi, arredi da giardino. 
I materiali riciclabili vanno conferiti nell’apposito sacco della plastica, mentre quelli non riciclabili nel sacco del secco (se di piccole dimensioni, altrimenti vanno portati nei centri di raccolta al pari degli ingombranti).

giovedì 16 febbraio 2012

In ospedale venga post mortem


Centro prenotazioni. Il mio numero è il 230. Il cartello luminoso segna 180 ma non mi preoccupo perché l’attesa non sarà lunga: ci sono tanti sportelli aperti e le impiegate corrono come un treno ad alta velocità. 
Oggi sembrano gentili, anche troppo. Non vorrei che, questi eccessi di cortesia e rapidità, dipendessero dai periodici questionari che gli utenti sono invitati a compilare per comunicare quanto sono soddisfatti del servizio. 
Il ritmo di lavoro è, comunque, serrato. Deve essere questa la grande efficienza del modello sanitario lombardo. Tanto di cappello. 
Sono trascorsi pochi minuti e il display segna che il prossimo numero a essere chiamato sarà il 200. Ci siamo, tra un po’ toccherà a me. 
Intanto, mi guardo attorno. Ci sono donne in gravidanza che hanno la precedenza, interi gruppi familiari e tanti anziani. Uno in particolare attira la mia attenzione perché si muove e parla con fatica. 
La moglie, ancora più vecchia di lui, lo sostiene per un braccio. Sento che discutono di un esame molto importante. È il suo turno. L’impiegata gli spiega che la prima data disponibile per la visita è il prossimo 17 ottobre, cioè tra circa otto mesi. 
Rimane per un attimo senza parole, poi farfuglia qualcosa in dialetto milanese e annuisce con il capo. Ha accettato. Gli occhi della moglie si bagnano di lacrime. Il vecchio si gira verso di lei e le accarezza il viso, poi verso di me che sono poco dietro e sorridendo mi dice: “Povera Italia! Spero di essere ancora vivo a ottobre, altrimenti questa visita la perdo”. Sostenuto dalla compagna si allontana a piccoli passi verso l’uscita. 
Sento che anche per altri utenti anziani chiamati agli sportelli è possibile fissare gli esami da ottobre in poi. Il display emette un suono e appare il mio numero. Presento i documenti e l’impiegata mi comunica che il primo giorno disponibile per la visita è il prossimo 15 marzo. Accetto. Sono stato fortunato ma non sono contento. La mia visita medica non è importante come quella del vecchietto. 
Non capisco e non mi adeguo, qualcosa in questo modello di sanità lombarda deve essersi inceppata. I tempi di attesa possono diventare davvero troppo lunghi. 
Un paziente anziano in prossimità del capolinea della sua vita rischia seriamente di saltare l’esame per sopravvenuto decesso, salvo che la prenotazione della visita valga anche post mortem. In ogni modo, fino a prova contraria, i morti non camminano e sarebbe dura pretendere che si presentino lo stesso in ambulatorio nel giorno stabilito. 

mercoledì 15 febbraio 2012

Come ti riciclo il pane


Da qualche tempo mi fanno notare l’insostenibile prezzo della pagnotta. Nella provincia di Milano mediamente un chilo di pane costa quattro euro, che per i nostalgici corrispondono alle vecchie otto mila lire. 
Il prezzo sarebbe condizionato dall’aumento del grano e, secondo diverse associazioni di agricoltori, dalle speculazioni internazionali che avrebbero spostato l’attenzione dai mercati finanziari in difficoltà a quelli agricoli. 
Analoghi discorsi si potrebbero fare con altri prodotti di prima necessità, ma giustamente in tanti iniziano a paragonare i panifici a oreficerie. Oggi possiamo affermare che la vita è cara come il pane, un alimento primario che spesso viene sprecato, buttato nel sacco dell’umido. Sarebbe invece più saggio rispolverare antiche abitudini, iniziando a razionalizzare la spesa e a riciclare gli scarti del cibo per risparmiare. 
Il pane non fresco può essere grattugiato o ancora usato per preparare piatti gustosi, come torte, insalate, focacce e polpette. In rete si trovano centinaia di ricette sui possibili ricicli del pane. Ai tempi della crisi bisogna tornare al passato per andare avanti.

martedì 14 febbraio 2012

È per sempre


Davide è seduto nel suo banco con lo sguardo perso oltre il vetro della finestra. È distratto perché sta pensando a quello che dovrà fare tra qualche minuto.
Non gli interessa la lezione sui poeti maledetti. Suona la campanella e con i compagni di classe si dirige verso l’uscita. 
Varca il cancello e invece di girare a destra verso casa, tira dritto e aumentando il passo prende il viale principale della città. Ha un appuntamento importante.
Raggiunge la periferia, attraversa il Parco della Memoria fino a imboccare un viale stretto e lungo. Ancora poche decine di metri.
Eccola! È bellissima. Capelli neri e lunghi, occhi blu come il mare. Lei sorride. Lui tira giù lo zaino dalle spalle e lo apre. Prende un grosso bocciolo di rosa e lo pone poco sopra la testa di Angela, poi chiude gli occhi e la bacia sulle labbra. 
Per un attimo sente un calore immenso che gli brucia il cuore e l’anima ma quando riapre gli occhi, prova un senso di profonda solitudine. 
Una sola lacrima gli scende giù lentamente dalla parte sinistra del volto. Sorride e dice: «Amore mio, vorrei che tu fossi qui. Buon San Valentino!». 
Tira fuori dalla tasca un fazzoletto rosso, si asciuga la lacrima e poi lo passa sulla foto di Angela che si trova al centro di una croce di marmo. Ancora un sorriso, ancora un ultimo bacio prima di girarsi e tornare a casa con la consapevolezza che il vero amore è per sempre.

giovedì 9 febbraio 2012

La leggenda dei Croce Nera


La copertina del libro
È in libreria “La leggenda dei Croce Nera”, il nuovo libro di Danilo Lenzo che racconta una storia dark che si svolge tra Milano, Abbiategrasso e Magenta. Gregorio e Angela, due ragazzini orfani di madre, vivono in un ambiente degradato assieme al padre, alcolizzato e manesco, e alla sua nuova compagna, il trans Giada, tanto bella quanto perfida, finché non vengono venduti a una misteriosa organizzazione, i Croce Nera, apparentemente dedida al recupero di bambini e ragazzi che si trovano ai margini della società. Ma i due, portati via contro la propria volontà, scopriranno ben presto, quali sono, nella realtà, i deliranti obiettivi dei Croce Nera come la prova che devono affrontare nel “Bosco delle Streghe”. La prefazione è di Fabio Fimiani (giornalista di Radio Popolare di Milano), l'introduzione di Marco Invernizzi (presidente associazione culturale UrbanaMente), in copertina un disegno di Lorenzo Calza (sceneggiatore, romanziere, illustratore e vignettista). L'autore Danilo Lenzo è nato a Siracusa nel 1969. Vive a Magenta, lavora a Milano e nell’hinterland. È giornalista professionista, blogger e scrittore. Dal 1990 si occupa di comunicazione politica, attualità e ambiente. Ha realizzato e condotto programmi radiofonici dedicati alla musica rock e indie. Per Sensoinverso Edizioni ha pubblicato “Racconti al Buio” (2010) e “La leggenda dei Croce Nera” (2012).





lunedì 6 febbraio 2012

Sangue e Metallo


Tangenziale Ovest di Milano. Limite di velocità 90 km/h. Corsia centrale. A destra processione di autocarri, a sinistra automobili che viaggiano oltre i 160km/h. 
Il contachilometri della mia monovolume familiare segna 100 km/h. A un certo punto uno dei tanti Suv mi si appiccica dietro. Inizia a suonare e lampeggiare come un matto, vuole spazio e lo vuole subito. Suona e impreca con ampi gestacci. 
Non posso cambiare corsia, alla mia destra c’è la processione degli elefanti di metallo. Dall’altra parte, vetture che sfrecciano alla velocità della luce. Mantengo la calma, anche se dietro l’ominide incastonato nel Suv continua a infastidirmi. 
Adesso riesce a superarmi fino ad affiancarmi: altra serie di gestacci e poi via velocissimo. L’ominide porta occhiali da sole in una grigia e gelida giornata invernale. Non ho neanche il tempo di prendere la targa. 
Faccio un pensiero molto cattivo. Mi piacerebbe trovarlo qualche chilometro più avanti, schiantato contro il guard rail, accartocciato tra le lamiere del sua macchina, ridotto a pasticcio deforme di carne, ferro e sangue. Non importa se vivo o morto. Ma a questi pericolosi ominidi non capita mai nulla del genere. Neanche una semplice multa. Neanche un graffio. Non lo vedo più. Devo uscire dalla tangenziale.