sabato 23 novembre 2013

Questo è il Paese che non amo

In Italia hanno ignorato il passato, distrutto il presente e tolto ogni speranza per il futuro. La cosa che più sorprende è l’immobilità assoluta di milioni di cittadini evidentemente privi di senso civico ma anche di spirito di sopravvivenza. Un Paese di furbetti, che alla fine hanno solo fregato se stessi e per sempre. Un Paese dove chi si è arricchito illegalmente o si è reso anche protagonista di vicende torbide è guardato con invidia mista ad ammirazione. La colpa non è della casta o del singolo porco di personaggio pubblico, bensì degli italiani completamente rincoglioniti da una strategia mediatica che nel corso degli anni ha in particolare abbassato il livello culturale e ridotto al minimo le capacità di critica e di autonomo pensiero. L’Italia è oggi un Paese marcio fino al midollo obbligato a svendersi per pochi euro, come una vecchia e brutta prostituta greve caricatura di se stessa. Un Paese ridotto a carcassa rovistata da una miriade di vermi, grossi, neri e affamati. Questo è il Paese che non amo. Non è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, dove la sovranità appartiene al popolo. Non è una Repubblica che rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando, di fatto, la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Non è l'Italia dei padri fondatori e di quanti hanno contribuito a costruirla sacrificando la propria vita. L'augurio è che da qualche parte, magari in fondo alla crepa più profonda si conservi ancora un minimo di dignità sufficiente per spingere gli italiani perbene ad agire per rimediare ad infiniti disastri. 

domenica 17 novembre 2013

New trend: abbasso i bambini!

Il diritto alla procreazione deve essere una libera scelta fondata sugli interessi e le inclinazioni individuali. Ma in Italia la nuova tendenza è l’aumento delle coppie “childfree”, quelle che pur potendo decidono di non avere figli. Situazione molto diversa rispetto alle coppie “childless” che invece non hanno potuto avere figli. Dalle statistiche emerge che, tra le donne nate nel 1965, circa il 24% non ha avuto figli, contro il 10% delle francesi. In Italia la famiglia, con annessi e connessi, è spesso soltanto un “ipocrita” e collaudato cavallo di battaglia elettorale. Nei fatti sono state create tutte le condizioni per distruggerla. La società, se da un lato è sempre più povera, dall’altro sta precocemente invecchiando. Procreare è diventato per molte coppie un lusso difficile da realizzare, complice la grave recessione economica. Poi ci sono le coppie che vorrebbero tanto dei figli, ma non riescono ad averli. Lasciando da parte le forti influenze della Chiesa cattolica sull'argomento, la procreazione è comunque da un punto di vista strettamente scientifico un istinto di ogni creatura per assicurare la sopravvivenza della propria specie. 

domenica 10 novembre 2013

Una fumante tazza rossa

Il lounge bar della piazza è sempre pieno nonostante la crisi. Mi siedo al solito posto e ordino una tazza di caffè d’orzo bollente. La giovane barista è piena di tatuaggi. Sorride e mi serve in un attimo. L’umido di novembre mi è entrato nelle ossa ed ho tanto bisogno di calore, allora stringo forte con entrambe le mani la tazza rossa, dal quale si sollevano fili di fumo che seguono strane traiettorie cadenzando le parole degli avventori. Nel tavolo accanto ci sono tre donne che stanno parlando dei loro figli descrivendoli come creature divine, belle e talentuose. Sono certe che da adulti svolgeranno mestieri importanti e faranno grandi cose. Tutto è possibile. La discussione si accende e diventa una gara sulla descrizione delle imprese che sicuramente compiranno i pargoli. Il mondo non aspetta altro. Una madre che ha la testa rossa fumante esagera e con la voce stridula: “Mio figlio sarà un parlamentare e cambierà questo Paese. Ha la stoffa del leader e ottime capacità comunicative. Eccelle dovunque e comunque. Dovete vedere con quanta facilità si impone a scuola e nel basket. Pendono tutti dalle sue labbra perché ha carattere. È un bambino con le palle”. Mi giro di scatto e la fulmino con lo sguardo. Lei rimane sorpresa e dandomi del tu mi chiede con un tono molto arrogante: “Cosa c’è? Sei sorpreso? Tu hai figli?”. Le rispondo che sono padre di due bambini. Continua ad allargarsi e aggiunge: “Hanno qualche qualità? Cosa pensi che faranno da grandi?”. Il mio volto diventa scuro e freddo mentre pronuncio poche parole, quelle che bastano per chiudere subito una conversazione sgradita: “Adesso svolgono il mestiere di bambini e stanno benissimo. Non ho idea di cosa faranno tra 15 o 20 anni. Spero che siano persone normali e soprattutto perbene”. E facendo una smorfia sarcastica torno a sorseggiare un caffè nero e avvolgente come la notte.


sabato 9 novembre 2013

The Funeral

Un silenzio sovrannaturale. La gente si guarda attorno incredula. In molti sono rimasti fuori dalla chiesa, cittadini e personalità istituzionali. Non senza sforzo riescono a sentire le parole del sacerdote. In molti fissano la croce e la macchina di un grigio gelido che a momenti accoglierà il feretro di una giovane donna. Al mio fianco c’è un sindaco con le braccia incrociate sul petto che piange lacrime sincere scuotendo la testa. Osservo tanti ragazzi e ragazze con visi bianchi e immobili come manichini rivolti verso un orizzonte incerto. La celebrazione è finita e decine di persone si riversano fuori dal portone principale come insetti da un formicaio. Riempiono la piazza, circondano e stringono in un abbraccio carico di emozioni la vettura, la bara e i parenti della defunta. Seguono baci, abbracci, lacrime e strette di mano sentite e anche quelle di circostanza. Non ha importanza perché anche questa volta ha vinto la morte su ogni cosa. La nera signora non si vede ma si avverte la sua angosciante presenza, il suo alito fetido. Vuole assistere alla sua ultima opera con protagonista una piccola donna che in maniera drammatica ha interrotto per sempre il suo cammino. Sta accadendo troppe volte per restare indifferenti. Un malessere viscido e assassino continua a insinuarsi nel tessuto sociale prendendosi il nostro futuro. È necessario sconfiggere le ombre che s’insidiano nelle anime più fragili colorandone di nero le giornate. Nella mente mi si fissa l’immagine di San Michele, allora affondo le mani nelle tasche del cappotto, volto le spalle alla folla mesta e lentamente con un filo di fiducia nel cuore mi allontano fino a sparire dietro un angolo lontano.  


martedì 5 novembre 2013

UE: guerra ai sacchetti di plastica

In Europa è guerra alle buste di plastica “light”. La Commissione europea per ridurre l'inquinamento provocato dai sacchetti di plastica più leggeri ha deciso di lanciare una proposta, ossia di chiedere agli Stati membri di abbatterne sensibilmente l’utilizzo. Dovranno scegliere se imporre delle tasse, vietarli del tutto o fissare degli obiettivi per ridurre il consumo. Janez Potocnik, commissario UE all'Ambiente, rileva che ogni anno oltre 8 miliardi di buste di plastica spesso finiscono per diventare immondizia in Europa, provocando un enorme danno ambientale. Una possibile alternativa è incrementare l’utilizzo delle buste biodegradabili. In questo senso l’Italia è avanti perché già nel 2011 ha deciso di imporre il divieto delle buste di plastica in favore di "shopper" biodegradabili. Le modalità usate per introdurre tale divieto, però, le sono costate una procedura di infrazione della UE che è ancora aperta ma che con la nuova proposta potrebbe essere risolta positivamente.