domenica 22 dicembre 2013

Il pacco di Natale

Cala il sipario sul 2013 con l’ennesimo episodio che ne spiega l’essenza. A pochi giorni dalla celebrazione del Santo Natale un giovane e bravo giornalista è stato lasciato a casa da un noto gruppo editoriale. Dopo cinque anni di collaborazione e sfruttamento avrebbe dovuto essere assunto a tempo indeterminato, anche sulla base di un accordo sindacale siglato lo scorso anno. Invece no. Ha ricevuto il più sgradito pacco natalizio. Il gruppo è solido ma, al pari di altri, cavalca la crisi per giustificare qualsiasi porcata e fare un po’ quello che gli pare. Eppure un tempo non troppo lontano è stato, essendo di matrice estera, un’isola felice in una realtà editoriale italiana tipicamente marcia, dove meritocrazia e competenze non interessano e prevalgono raccomandazioni e nepotismo. Poi sono arrivate le contaminazioni, le assunzioni ben pagate di giornalisti e dirigenti provenienti da altri gruppi eticamente corrotti, ognuno dei quali si è portato dietro un fedele gruppo di amici degli amici. Elementi questi che come un virus si sono poi moltiplicati devastando l’isola e cambiandone in negativo la mentalità. Il caso del brillante giornalista lasciato a casa è solo l’ultimo esempio. L’azienda ha deciso di assumere al suo posto una ventenne arrogante e vanitosa, che ha però una grande dote: quella di essere la figlia di un influente manager italiano. Un particolare questo che non è sfuggito al suo direttore che ha sostenuto con forza tutta l’operazione e che a sua volta, pur essendo palesemente incapace, ha fatto carriera solo grazie alle potenti amicizie di famiglia. In Italia non si riesce a uscire da questo circolo vizioso di paraculati. Neanche la necessità di superare la crisi e la disperazione di milioni di famiglie, hanno spinto la nave Italia a cambiare rotta.    

domenica 15 dicembre 2013

L’arabo e il lato oscuro della gente

La temperatura è precipitata sotto zero. Sono gli ultimi giorni di scuola prima della lunga pausa natalizia. Nell'aria si respira un clima di festa ma in questo periodo molta gente diventa più cattiva e acida del solito. Lo dimostra un singolare episodio che riguarda un bambino arabo e il suo stravagante accompagnatore. Da circa una settimana ogni mattina, tra mamme e nonni che portano i pargoli a scuola nascosti da sciarpe e cappelli colorati e griffati, si distinguono queste due figure: il piccolo immigrato è vestito in modo regolare e, se non fosse per la pelle molto scura, non si noterebbe neanche tra i pallidi volti degli autoctoni. Il suo accompagnatore invece, praticamente a circa - 6 gradi di temperatura, è in strada con ciabatte, senza calze e con una pesante coperta che malamente gli copre la testa e la parte superiore del corpo. Indossa pantaloni e maglia molto leggeri. È troppo giovane per essere il padre del bambino ma potrebbe essere lo zio oppure il fratello maggiore. Non importa. Sta solo facendo il suo dovere: accompagnare il bimbo a scuola. In molti gli ridono dietro e borbottano malignamente: “Hai visto come vanno in giro questi stranieri. Roba da matti”. A nessuno viene in mente, tra una messa e un evento natalizio colmo di cibo e ipocrisia, che magari si tratta di una persona povera che non può permettersi vestiti adeguati per la fredda stagione invernale. Neanche un giaccone. È difficile credere che vada in giro riparandosi con una vecchia coperta per il solo piacere di farlo. Esiste anche uno spirito cattivo del Natale, freddo come il ghiaccio che ricopre i rami sparuti di un albero.

mercoledì 11 dicembre 2013

Il segreto di Natale

Prima o poi doveva accadere. La verità viene sempre a galla. Il Natale si avvicina. A sentire di più lo spirito della festa sono come sempre i bambini.  
È iniziato il conto alla rovescia per i giorni da trascorrere insieme in armonia, senza impegni di lavoro mettendo da parte anche se momentaneamente le preoccupazioni giornaliere. La famiglia ritrova la sua naturale dimensione. Alberi, presepi e luci colorate riempiono le case e i bimbi hanno già compilato la lista dei regali da consegnare a Babbo Natale. 
I tempi sono cambiati. Qualcuno ancora ci crede ma i piccoli sono più svegli di un tempo e sempre con maggiore anticipo scoprono la verità. 
In questi giorni ho visto particolarmente pensieroso il più grande dei miei figli e gli ho chiesto cosa avesse. Lui ha riposto: “Qual è la verità su Babbo Natale? Esiste? È lui che viene la notte della vigilia a portarci i regali?”. I bambini hanno il diritto di sognare, di credere nelle cose belle ma ho capito subito che la sua è stata una domanda retorica. 

sabato 23 novembre 2013

Questo è il Paese che non amo

In Italia hanno ignorato il passato, distrutto il presente e tolto ogni speranza per il futuro. La cosa che più sorprende è l’immobilità assoluta di milioni di cittadini evidentemente privi di senso civico ma anche di spirito di sopravvivenza. Un Paese di furbetti, che alla fine hanno solo fregato se stessi e per sempre. Un Paese dove chi si è arricchito illegalmente o si è reso anche protagonista di vicende torbide è guardato con invidia mista ad ammirazione. La colpa non è della casta o del singolo porco di personaggio pubblico, bensì degli italiani completamente rincoglioniti da una strategia mediatica che nel corso degli anni ha in particolare abbassato il livello culturale e ridotto al minimo le capacità di critica e di autonomo pensiero. L’Italia è oggi un Paese marcio fino al midollo obbligato a svendersi per pochi euro, come una vecchia e brutta prostituta greve caricatura di se stessa. Un Paese ridotto a carcassa rovistata da una miriade di vermi, grossi, neri e affamati. Questo è il Paese che non amo. Non è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, dove la sovranità appartiene al popolo. Non è una Repubblica che rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando, di fatto, la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Non è l'Italia dei padri fondatori e di quanti hanno contribuito a costruirla sacrificando la propria vita. L'augurio è che da qualche parte, magari in fondo alla crepa più profonda si conservi ancora un minimo di dignità sufficiente per spingere gli italiani perbene ad agire per rimediare ad infiniti disastri. 

domenica 17 novembre 2013

New trend: abbasso i bambini!

Il diritto alla procreazione deve essere una libera scelta fondata sugli interessi e le inclinazioni individuali. Ma in Italia la nuova tendenza è l’aumento delle coppie “childfree”, quelle che pur potendo decidono di non avere figli. Situazione molto diversa rispetto alle coppie “childless” che invece non hanno potuto avere figli. Dalle statistiche emerge che, tra le donne nate nel 1965, circa il 24% non ha avuto figli, contro il 10% delle francesi. In Italia la famiglia, con annessi e connessi, è spesso soltanto un “ipocrita” e collaudato cavallo di battaglia elettorale. Nei fatti sono state create tutte le condizioni per distruggerla. La società, se da un lato è sempre più povera, dall’altro sta precocemente invecchiando. Procreare è diventato per molte coppie un lusso difficile da realizzare, complice la grave recessione economica. Poi ci sono le coppie che vorrebbero tanto dei figli, ma non riescono ad averli. Lasciando da parte le forti influenze della Chiesa cattolica sull'argomento, la procreazione è comunque da un punto di vista strettamente scientifico un istinto di ogni creatura per assicurare la sopravvivenza della propria specie. 

domenica 10 novembre 2013

Una fumante tazza rossa

Il lounge bar della piazza è sempre pieno nonostante la crisi. Mi siedo al solito posto e ordino una tazza di caffè d’orzo bollente. La giovane barista è piena di tatuaggi. Sorride e mi serve in un attimo. L’umido di novembre mi è entrato nelle ossa ed ho tanto bisogno di calore, allora stringo forte con entrambe le mani la tazza rossa, dal quale si sollevano fili di fumo che seguono strane traiettorie cadenzando le parole degli avventori. Nel tavolo accanto ci sono tre donne che stanno parlando dei loro figli descrivendoli come creature divine, belle e talentuose. Sono certe che da adulti svolgeranno mestieri importanti e faranno grandi cose. Tutto è possibile. La discussione si accende e diventa una gara sulla descrizione delle imprese che sicuramente compiranno i pargoli. Il mondo non aspetta altro. Una madre che ha la testa rossa fumante esagera e con la voce stridula: “Mio figlio sarà un parlamentare e cambierà questo Paese. Ha la stoffa del leader e ottime capacità comunicative. Eccelle dovunque e comunque. Dovete vedere con quanta facilità si impone a scuola e nel basket. Pendono tutti dalle sue labbra perché ha carattere. È un bambino con le palle”. Mi giro di scatto e la fulmino con lo sguardo. Lei rimane sorpresa e dandomi del tu mi chiede con un tono molto arrogante: “Cosa c’è? Sei sorpreso? Tu hai figli?”. Le rispondo che sono padre di due bambini. Continua ad allargarsi e aggiunge: “Hanno qualche qualità? Cosa pensi che faranno da grandi?”. Il mio volto diventa scuro e freddo mentre pronuncio poche parole, quelle che bastano per chiudere subito una conversazione sgradita: “Adesso svolgono il mestiere di bambini e stanno benissimo. Non ho idea di cosa faranno tra 15 o 20 anni. Spero che siano persone normali e soprattutto perbene”. E facendo una smorfia sarcastica torno a sorseggiare un caffè nero e avvolgente come la notte.


sabato 9 novembre 2013

The Funeral

Un silenzio sovrannaturale. La gente si guarda attorno incredula. In molti sono rimasti fuori dalla chiesa, cittadini e personalità istituzionali. Non senza sforzo riescono a sentire le parole del sacerdote. In molti fissano la croce e la macchina di un grigio gelido che a momenti accoglierà il feretro di una giovane donna. Al mio fianco c’è un sindaco con le braccia incrociate sul petto che piange lacrime sincere scuotendo la testa. Osservo tanti ragazzi e ragazze con visi bianchi e immobili come manichini rivolti verso un orizzonte incerto. La celebrazione è finita e decine di persone si riversano fuori dal portone principale come insetti da un formicaio. Riempiono la piazza, circondano e stringono in un abbraccio carico di emozioni la vettura, la bara e i parenti della defunta. Seguono baci, abbracci, lacrime e strette di mano sentite e anche quelle di circostanza. Non ha importanza perché anche questa volta ha vinto la morte su ogni cosa. La nera signora non si vede ma si avverte la sua angosciante presenza, il suo alito fetido. Vuole assistere alla sua ultima opera con protagonista una piccola donna che in maniera drammatica ha interrotto per sempre il suo cammino. Sta accadendo troppe volte per restare indifferenti. Un malessere viscido e assassino continua a insinuarsi nel tessuto sociale prendendosi il nostro futuro. È necessario sconfiggere le ombre che s’insidiano nelle anime più fragili colorandone di nero le giornate. Nella mente mi si fissa l’immagine di San Michele, allora affondo le mani nelle tasche del cappotto, volto le spalle alla folla mesta e lentamente con un filo di fiducia nel cuore mi allontano fino a sparire dietro un angolo lontano.  


martedì 5 novembre 2013

UE: guerra ai sacchetti di plastica

In Europa è guerra alle buste di plastica “light”. La Commissione europea per ridurre l'inquinamento provocato dai sacchetti di plastica più leggeri ha deciso di lanciare una proposta, ossia di chiedere agli Stati membri di abbatterne sensibilmente l’utilizzo. Dovranno scegliere se imporre delle tasse, vietarli del tutto o fissare degli obiettivi per ridurre il consumo. Janez Potocnik, commissario UE all'Ambiente, rileva che ogni anno oltre 8 miliardi di buste di plastica spesso finiscono per diventare immondizia in Europa, provocando un enorme danno ambientale. Una possibile alternativa è incrementare l’utilizzo delle buste biodegradabili. In questo senso l’Italia è avanti perché già nel 2011 ha deciso di imporre il divieto delle buste di plastica in favore di "shopper" biodegradabili. Le modalità usate per introdurre tale divieto, però, le sono costate una procedura di infrazione della UE che è ancora aperta ma che con la nuova proposta potrebbe essere risolta positivamente.

mercoledì 30 ottobre 2013

Il Vino della Pace

Arte e vino, un connubio possibile. Lo dimostra il successo della singolare iniziativa della Cantina Produttori Cormòns, in provincia di Gorizia, ottenuto con il suo “Vino della Pace”, frutto della vendemmia della “Vigna del Mondo” (un vigneto sperimentale messo a dimora nel 1983, in cui sono piantati circa 850 tipi di vitigni diversi provenienti dalle zone viticole più importanti della terra). Dalle botti, mesi dopo la vendemmia, esce un vino forte e moderatamente secco, con un retrogusto di vaniglia e vagamente moscato, con un profumo che ricorda le sue origini cosmopolite, come se contenesse i fiori appena sbocciati nelle primavere di tutti i continenti. Ogni anno questa azienda produce circa 6.500 bottiglie le cui etichette (tre diverse ogni anno) vengono dipinte dal 1985 (prima vendemmia) da tre importanti artisti di fama internazionale. Ogni etichetta riporta poi i versi di poeti e cantori dedicati a questo vino. Enrico Baj, grande artista recentemente scomparso, considerava il Vino della Pace una sua creatura prediletta, tanto che fu il primo ad aderire all'iniziativa della Cantina Produttori Cormòns, che mirava a fare di questo vino il simbolo stesso dell’armonia tra mondi e mentalità diverse. Dal 1985 a oggi molti artisti di fama internazionale si sono interessati alle etichette del Vino della Pace, che con il tempo sono diventate una rarità per collezionisti.

domenica 27 ottobre 2013

Italiani ed emergenza immigrazione

L’Europa ha il dovere di affrontare l’emergenza immigrazione. È quanto sostiene il 62% del campione standard di 1000 cittadini italiani intervistato da IPR Marketing, che ha effettuato un sondaggio per la Fondazione Franco Verga C.O.I., in occasione del 50° anniversario della sua costituzione. 
È un’associazione milanese di Promozione Sociale che lavora per l’integrazione sociale di migranti e rifugiati.
Interessanti anche gli altri dati del sondaggio. Un terzo del campione crede che vada mantenuto il reato d’immigrazione clandestina. Il 19% degli intervistati prende una posizione molto netta: la norma va eliminata. Per il 44% invece andrebbe semplicemente rivista distinguendo chi scappa da una guerra e chi invece prova a entrare in Italia per cercare lavoro. Il 33% è invece convinto che la legge va mantenuta senza modifiche perché "L'Italia non può accogliere tutti". 

mercoledì 16 ottobre 2013

Aria cattiva in Europa

C’è aria viziata in Europa. È quanto emerge dall'ultimo rapporto sulla qualità dell’aria pubblicato dall'Agenzia europea per l'ambiente (AEA), in cui si legge che circa il 90% delle persone che vive nelle città dell'Unione europea (UE) è esposto a livelli d’inquinanti atmosferici ritenuti nocivi per la salute dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Il problema dell’inquinamento atmosferico persiste in molte aree, nonostante la riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di alcuni inquinanti in atmosfera osservata negli ultimi decenni. Il particolato e l'ozono troposferico sono le due principali sostanze inquinanti che continuano a causare problemi respiratori, malattie cardiovascolari e una minore aspettativa di vita. A produrre le emissioni nocive concorrono il traffico, l'industria, l'agricoltura e le abitazioni. In Europa sul fronte dell'ozono spicca in negativo Padova, con 104 giorni di superamenti nel 2011, seguita da Pavia, Reggio Emilia, Treviso, Parma, Verona e Varese. In generale l’Italia ha valori di ozono oltre tre volte più elevati rispetto alla soglia limite.

lunedì 7 ottobre 2013

Quello che si tocca il pacco

Milano - Oggi la palestra è quasi deserta. Prima di iniziare l’allenamento infilo le cuffie e alzo il volume al massimo. Partono le note di “Smell like teen spirit” dei Nirvana. Sudo, elimino le tossine cattive e mi rilasso. In un angolo della sala vedo due signore anziane, super truccate, con coloratissime tute ginniche, collane e braccialetti d’oro in bella evidenza. Fanno esercizi e parlottano tra loro. Mi chiedo perché si combinino così, ma è meglio fregarsene tanto non è importante saperlo. Dopo circa un’ora termino e vado diritto nello spogliatoio. Dentro ci sono altri due uomini che si stanno cambiando e ridendo parlano di calcio, donne e impegni serali.

venerdì 27 settembre 2013

È nata ASTA

È nata ASTA, l’Alta Scuola di Turismo Ambientale di Legambiente e Parco Nazionale delle Cinque Terre. Ogni anno i viaggi che si effettuano in Europa sono oltre 360 milioni e la motivazione principale che spinge il 50% dei viaggiatori a tornare in una stessa destinazione è legata all'ambiente.

mercoledì 11 settembre 2013

Pessimismo e fastidio

L’autunno è alle porte e in giro regnano pessimismo e fastidio. La crisi economica genera mostri e cattivi pensieri. Le famiglie sono con l’acqua alla gola e la casta politica, come un panzer, continua imperterrita a fare danni, a ragionare per tribù, a lavorare esclusivamente per gli interessi privatissimi di pochi, ad abbattere uno dopo l’altro i pilastri costituzionali della Repubblica. Adesso con la grande truffa dell’eliminazione dell'IMU (voluta per motivi di propaganda elettorale), aumenteranno la tassazione e i servizi a livello locale. Ogni tanto agli italiani raccontano che la crisi finirà tra sei mesi, un anno, due anni o forse domani mattina. Per ultimo il Centro studi di Confindustria informa che la recessione è finita, l’Italia è arrivata al punto di svolta ma la ripresa sarà comunque lenta. Meglio incrociare le dita, almeno fino al prossimo annuncio. 


domenica 23 giugno 2013

Ricaricare il cellulare nel parco

Caricare il cellulare nel parco è possibile. È quello che accade a New York grazie al progetto pilota “Street Charge”, che prevede l’installazione di stazioni alimentate a energia solare, pubbliche e gratuite che servono a ricaricare i propri dispositivi mobili in caso di bisogno (tablet, cellulari…). L’iniziativa è stata promossa dall'operatore di telefonia AT&T, in collaborazione con “Goal Zero”. Sono state attivate due stazioni a Brooklyn e altre tre a Governor's Island, Union Square e al Pier 1 di Riverside Park. Entro l’estate le stazioni “solari” saranno 25 in cinque distretti della città. L’iniziativa si aggiunge alle 26 postazioni per WiFi gratuito che AT&T ha installato nei parchi di New York nel 2012.


domenica 16 giugno 2013

Rachele è cambiata

Lei oggi è una 40enne in forma che si occupa con passione di diritti degli immigrati che vengono in Italia. L’ho incontrata dopo 15 anni ed è un’altra donna. Rachele è proprio cambiata. Non avevo un ricordo positivo di lei perché conduceva una vita sregolata e in generale si comportava un tantino male. Inaffidabile, nonostante avesse delle ottime qualità professionali. Si presentava di prima mattina alle conferenze più sbronza di uno scaricatore di porto a fine servizio, con occhiaie da panda e spesso con un alito che puzzava di vomito.

martedì 11 giugno 2013

In Italia la bottiglia tira

Nel 2012 il riciclo del vetro ha raggiunto il 70,9% (68,1% nel 2011), una delle percentuali più alte d’Europa. A causa della crisi, però, nello stesso anno è diminuita del 4,8% la produzione di contenitori in vetro rispetto all'anno precedente ed è calata dello 0,5% la raccolta di rifiuti da imballaggio. Nonostante ciò, il tasso di riciclo ha proseguito il suo trend positivo. Producendo bottiglie e barattoli di vetro disegnati e realizzati “su misura” può essere fronteggiata la crisi. È questa secondo Assovetro, l’Associazione Nazionale degli industriali del vetro, la nuova frontiera dell’industria del settore che già vede 1.500 piccoli produttori di vino che chiedono bottiglie assolutamente originali per salvaguardare il carattere distintivo dei propri prodotti. Il ramo dei contenitori “on demand”, grazie alla sua alta specializzazione e alla sua duttilità, si presta e bene a fronteggiare la crisi. Oltre ad essere un materiale sostenibile perché riciclabile al 100%, il vetro è il materiale per eccellenza capace di vestire e dare forma a ciò che contiene, valorizzando e caratterizzando inequivocabilmente una marca. 

venerdì 7 giugno 2013

Una buona giornata

L’alba è passata da un pezzo e la città lentamente prende vita. Ho già scritto quello che un giornalista
normale scriverebbe nell'arco di una settimana. È ora di uscire. Sento uno squillo e sul display del cellulare appare un messaggio. Sono le otto e un conoscente ha ritenuto necessario augurarmi “buona giornata e buon lavoro”. La cosa mi preoccupa e ho ragione. Metto in moto l’auto. Faccio in tempo percorrere qualche chilometro, poi la vettura all'improvviso si spegne. Giro più volte la chiave. Non dà più segnali di vita. Sono abbastanza vicino da raggiungere a piedi la sede del primo appuntamento della giornata. Dopo qualche ora torno alla vettura e riesco a farla partire. Non va bene, strattona, soffoca. Il danno deve essere serio. Raggiungo a fatica l’officina, la controllano subito. È un guasto del sistema elettronico. Occorre cambiare un pezzo. Costo complessivo dell’intervento 300 euro. 
Inizio a pensare "male" al tipo che mi ha augurato una buona giornata ma il cellulare squilla. Devo rispondere. È la responsabile dell’ufficio stampa di un ente. Mi chiede se è confermata la mia presenza a una conferenza stampa che si svolgerà tra 30 minuti. Le rispondo cortesemente: “Non posso. Sono bloccato per un guasto all'auto in officina”. Lei: “Ho capito ma riesci a venire?”. Faccio una smorfia e rispondo: “No! Sono rimasto a piedi per un guasto all'auto e adesso sono in officina. Bloccato”. Lei: “Ho capito. Ma riesci a venire?”. A questo punto a stento riesco a non mandarla in questo posto dove non batte mai il sole e parlando come si parlerebbe a una ritardata scandendo bene le parole: “Sono rimasto a piedi. Guasto auto. Impossibilitato a venire. Mi dispiace”. Lei con tono indispettito prima di interrompere bruscamente la telefonata mi ribatte: “Se proprio non riesci a venire. Pazienza!». Dopo due ore l’auto è pronta, pago e vado via. Afferro il cellulare, premo velocemente i tasti e rispondo al tipo che mi ha messaggiato di mattina: “Buona giornata anche a te o almeno che sia bella come la mia”. 


sabato 18 maggio 2013

VenTo, la più lunga ciclovia d’Europa


In bicicletta da Venezia a Torino passando per Expo 2015. È questo il progetto di sviluppo VenTo del Politecnico di Milano. L’obiettivo è la creazione di una pista ciclabile che colleghi Venezia a Torino lungo il fiume Po. È un'infrastruttura che comporta innovazione e benefici ma soprattutto portatrice di una nuova cultura, di una svolta nazionale. Si tratta di 679 km di ciclabile, ma anche di green economy, green job e potenziale crescita dell’economia. I 40.000 km di ciclabili tedesche producono 8 miliardi di indotto all’anno. Le grandi ciclovie europee sono opere per rilanciare lo sviluppo di un Paese. I promotori rilevano che in parte la ciclabile esiste già, bastano degli accordi tecnici e politici per sistemare, completare e mettere in sicurezza dove necessario. Il progetto è stato già condiviso da 2.500 cittadini, 25 istituzioni 25 associazioni può essere realizzato in due anni e costa 80 milioni di euro ma per i promotori è capace di produrre economie diffuse per oltre 100 milioni di euro all’anno. Intanto, per promuovere VenTo, è stato organizzato un bici Tour in 15 tappe, una settimana di eventi dal 25 maggio al 2 giugno, partendo da Torino con arrivo a Venezia. VenTo ha infinite potenzialità, per esempio potrebbe crescere collegandosi con altre ciclabili (Brennero-Peschiera-Mantova, Torino-Nizza, Mantova-Ferrara-Adriatico).

giovedì 11 aprile 2013

Devi stare molto calmo


"Devi stare molto calmo" è il ritornello di una canzone pop di Neffa. È diventato anche il leitmotiv degli italiani che hanno drammaticamente preso coscienza dell’entità della crisi in cui annaspano sempre più famiglie. Non è più una percezione negativa ma la cruda realtà. Non è pessimismo ma un terribile bollettino di guerra. Diminuiscono i consumi e aumenta la percentuale delle persone che perdono il posto di lavoro. Trovarne uno nuovo, anche umile, è impossibile. Chi ha ancora qualcosa se lo tiene stretto con le unghie e stringendo i denti. 
Non è più possibile tirare la cinghia. Il gruzzoletto, piccolo o grande che sia, messo da parte dalle generazioni precedenti è stato consumato per aiutare figli e nipoti in difficoltà. Questa situazione ha un solo nome che fa paura, si chiama povertà. E proprio per i poveri sono state le prime parole del Pontefice Francesco. 
Qualcuno ha iniziato (sbagliando) anche a praticare il suicidio di massa, come unica via di uscita. Secondo i dati Istat è in difficoltà una famiglia su quattro e la situazione è destinata a peggiorare. E mentre il Paese si sgretola continua lo spettacolo penoso di una classe politica, arruffona, incapace, senza dignità e senso dello Stato. 
Non ci sono attenuanti: i politici sono i principali artefici del disastro, del decadimento morale ed economico. Non serve a nulla rilevare che ci sono le eccezioni perché queste sono minoranza. Non serve a nulla ribattere che i politici sono lo specchio del Paese e che li hanno votati i cittadini (con leggi elettorali da Repubblica delle Banane). 
Un popolo forte nei momenti tragici come questo rimbocca le maniche e tira fuori il meglio di sé. Non è così. Gli italiani si sono troppo rincoglioniti e nella migliore delle ipotesi continueranno a tirare fuori il peggio. Allora che fare? Qualcuno ha suggerito di mandare i figli (ma anche i padri) all'estero. Non a studiare nelle prestigiose università americane o a fare carriera in grandi aziende come si possono permettere soltanto pochi benestanti, bensì a fare gli immigrati disperati con le pezze al culo. La storia si ripete. Non resta che ringraziare chi ha amministrato l’Italia negli ultimi 30 anni, da destra a sinistra, oppure per i credenti mettersi nelle mani di Dio.

domenica 17 marzo 2013

Papa Francesco e la svolta buonista

Papa Francesco mi piace. La prima impressione è stata molto positiva, ma anche la seconda e la terza. Non mi ha fatto cambiare posizione neanche l’onda di fango, sollevata in perfetto italian style nel web un attimo dopo la nomina in merito al suo presunto silenzio quando il regime dittatoriale in Argentina perpetrava violazioni sistematiche dei diritti umani. È un uomo semplice tra gli uomini che ha già lanciato dei chiari messaggi di cambiamento, coerente con la figura di San Francesco d’Assisi di cui ha assunto il nome. Ho sempre avuto un grande rispetto per l’Ordine dei Frati Minori. In questo momento di grave crisi spirituale ed economica serviva un “Papa Buono”, semplice e concreto. È troppo presto per dire se è tutto reale oppure se si tratta della più grande operazione mediatica della Chiesa, magari anche all'insaputa del diretto interessato. Le parole e soprattutto le azioni future di Papa Francesco daranno una risposta in questo senso.


venerdì 8 marzo 2013

Certificati bianchi ed efficienza energetica


La prima forma di risparmio è l’efficienza energetica. Un obiettivo questo possibile anche in Italia, in particolare attraverso lo strumento dei Certificati Bianchi. Si tratta di titoli emessi dal Gestore del Mercato Elettrico, a fronte di riduzioni dei consumi energetici da parte di diversi soggetti verificati e certificati dall'Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, proprio per promuovere interventi di miglioramento dell’efficienza energetica negli usi finali, ossia l’utilizzo di buone pratiche nei processi produttivi. Il risparmio conseguito, infatti, viene certificato e premiato con l’emissione di Certificati Bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica), che possono essere commercializzati. Viene emesso un Certificato Bianco per ogni Tonnellata di Petrolio Equivalente risparmiata (Tep), che corrisponde al consumo annuale di energia elettrica di una famiglia media. Lo strumento dei Certificati Bianchi, tra i diversi meccanismi di incentivazione, è quello che registra il miglior costo - efficacia per lo Stato. In termini di GWh/anno (giga watt) risparmiati, i certificati hanno contributo per circa il 50% al raggiungimento del totale del miglioramento dell’efficienza energetica registrato nel 2011. 

venerdì 1 marzo 2013

Traffico, inquinamento e costi


Chi inquina di più deve pagare di più. Con questo spirito a livello europeo si vorrebbero rivedere al rialzo e diversificare i pedaggi stradali per gli automezzi pesanti, che incidono pesantemente sulla qualità dell’aria. In Europa l'inquinamento atmosferico causa 3 milioni di giorni di assenza per malattia e 350000 morti premature. Secondo uno studio dell'AEA (Agenzia Europea dell’Ambiente) la cattiva qualità dell’aria si traduce anche in costi. In particolare, solo le spese derivanti dall'inquinamento atmosferico causato dagli automezzi pesanti negli Stati membri ammontano a circa 44 miliardi di euro all'anno. Una direttiva europea stabilisce il modo in cui gli Stati membri dell'UE potrebbero incorporare i costi sanitari derivanti dall'inquinamento atmosferico in una struttura di pedaggio per grandi strade e autostrade. Le entrate derivanti da tali progetti dovrebbero essere investite in trasporti sostenibili. Il gasolio, utilizzato dalla quasi totalità degli automezzi pesanti, provoca più inquinamento atmosferico per chilometro rispetto ad altri carburanti come la benzina. Le relative emissioni di scarico sono state recentemente etichettate come cancerogene dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. L'inquinamento dei trasporti su strada in Italia costa caro in termini di salute: 15,5 miliardi di euro complessivi, di cui 7,2 miliardi prodotti derivanti dai mezzi pesanti. Su 33 città esaminate, Milano è terza in classifica dopo Zurigo e Bucarest per costo dell'impatto dei camion per km: 0,107 euro per i mezzi Euro III e 0,064 euro per i mezzi Euro IV. Gli Stati membri dell'UE devono riferire alla Commissione entro il prossimo ottobre di il modo in cui intendono realizzare il pedaggio stradale. L'applicazione dei diritti di utenza stradale dipende da una decisione dei singoli Paesi.

sabato 16 febbraio 2013

Oggi è nato un albero


È entrata in vigore la legge che dal 16 febbraio 2013 obbliga i comuni sopra i 15 mila abitanti a piantare un albero per ogni bambino registrato all'anagrafe o adottato. In realtà questa disposizione, che ha l’obiettivo di aumentare gli spazi verdi nei centri urbani, era stata già introdotta con una legge del 1992. La nuova legge (n. 10 del 14 gennaio 2013) ha inserito delle modifiche per assicurarne l’effettivo rispetto. L’obbligo non si applicherà più a tutti i comuni, bensì soltanto a quelli con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti e riguarderà anche i bambini adottati. La piantumazione dovrà avvenire entro sei mesi, e non più dodici, dalla nascita o dall'adozione. Il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, istituito presso il ministero dell’Ambiente, ha il compito di vigilare sul rispetto della normativa. Ai Comuni spetta invece comunicare informazioni sul tipo di albero scelto per ogni bimbo e il luogo in cui è stato piantato, provvedendo anche a un censimento annuale di tutte le piantumazioni. 

mercoledì 13 febbraio 2013

Un milione di firme per l’acqua


Bruxelles - Un milione di cittadini europei ha sottoscritto l'iniziativa popolare per chiedere all'Ue di proporre una normativa che sancisca il diritto universale all'acqua potabile e respinga l'idea di privatizzare la gestione delle risorse idriche. Lo strumento democratico dell'ECI (European Citizens Iniziative), introdotto con il Trattato di Lisbona, consente ad un milione di cittadini europei di prendere direttamente parte all'elaborazione delle politiche dell’UE, chiedendo alla Commissione europea di presentare una proposta legislativa su determinati temi come quello di favorire l’accesso all'acqua per tutti. ''L'acqua è fonte di vita, un diritto universale. Adesso la Commissione deve fare propria la proposta per assicurare l'accesso all'acqua per tutti e il Parlamento Ue deve sostenerla'', ha affermato Monica Frassoni, sostenitrice dell'iniziativa, presidente dei Verdi europei e capolista in Lombardia per il Senato per Sel. Soddisfazione è stata espressa dal vicepresidente della Commissione Ue, Maros Sefcovic, che ha la responsabilità di accogliere le richieste di iniziativa popolare. Gli organizzatori hanno deciso di proseguire la raccolta per arrivare a due milioni entro settembre per compensare le firme potenzialmente non valide. Una volta presentata l'iniziativa, la Commissione europea avrà tre mesi per esaminarla e decidere quali provvedimenti adottare. 


sabato 9 febbraio 2013

UE: shut up!


Stop all'inquinamento acustico. Entro il 2020 il livello del rumore prodotto dalle automobili e dai camion dovrà essere sensibilmente ridotto per proteggere la salute dei cittadini. È quanto chiede il Parlamento europeo, che a Strasburgo ha approvato una proposta di risoluzione che nei prossimi mesi sarà oggetto di negoziati con i Paesi membri dell'Ue. L'esposizione continua ad alti livelli d'inquinamento acustico può causare gravi danni all'organismo umano. Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, metà della popolazione urbana dell'Ue è esposta a livelli d'inquinamento superiori ai 55 decibel. L'Europarlamento invita ad abbassare gradualmente il limite per le automobili da 72 a 68 decibel e per i mezzi pesanti da 81 a 79 decibel.

martedì 5 febbraio 2013

Il dossier sul compagno D


Anno 2013 - La stanza è in penombra. Il giovane direttore è seduto nella sua poltrona di pelle nera e sta fumando un grosso sigaro. Mi guarda con un certo imbarazzo. “L’ho fatta chiamare perché volevo farle vedere una cosa che la riguarda”. Tira fuori dal cassetto della scrivania un faldone. Non riesco ancora a capire che cosa sta succedendo. Il direttore riprende a parlare. “C’è stato consegnato la scorsa settimana, guardi che cosa c’è scritto nella prima pagina”. Gira il malloppo verso di me e leggo: “Dossier - Tutto quello che dovete sapere sul compagno D”. Continuo a non capire, il direttore mi viene incontro spiegando bene di cosa si tratta. “Ci hanno consegnato questo dossier contro di lei, per metterci in guardia. In sostanza, come può leggere lei stesso nella nota introduttiva, la dipingono come un pericoloso comunista”. Guardo meglio il faldone. Lo sfoglio. Non è proprio un dossier, bensì un’accurata raccolta di comunicati stampa e interventi che ho scritto negli anni per conto di altri clienti, amministratori contrari al consumo di suolo, al potenziamento dell’aeroporto di Malpensa, alla realizzazione di infrastrutture di grande impatto ambientale devastanti per il territorio. Quindi deduco che sono un comunista per i documenti che ho redatto per conto terzi. Ma se così fosse, quale sarebbe il problema? Il direttore mi guarda negli occhi e mi dice: “Non si preoccupi. A noi non interessa questo dossier. Non ci frega niente se lei è rosso, bianco o verde. Non ci riguardano neanche le sue tendenze sessuali o religiose. A noi interessa solo che sappia fare bene il suo lavoro e su questo punto siamo davvero molto soddisfatti. Stia tranquillo”. Ringrazio e chiedo di conoscere il mittente. Il direttore tira una boccata dal sigaro e poi: “Preferisco di no, non ha importanza”. Viene chiamato un attimo nell'ufficio accanto e approfitto della sua assenza per guardare meglio il faldone. Il mittente è stato cancellato con un pennarello nero ma in controluce riesco a leggere lo stesso il nome: lo conosco. È un tizio politicamente molto vicino ai tre soci dell’azienda. Non pensavo che arrivasse a tanto. Il suo tentativo di screditarmi per farmi perdere una consulenza non ha funzionato. In ogni modo, come ha detto il direttore, non ha importanza. Ad maiora! 


domenica 3 febbraio 2013

Rimborsi bollette acqua illegittime

Buone notizie per i tartassati di Italia. Al via il procedimento per restituire gli importi indebitamente versati, dal 21 luglio al 31 dicembre 2011, nelle bollette dell'acqua, dopo il referendum del giugno dello stesso anno. È quanto ha comunicato l'Autorità per l'Energia, all'indomani del parere richiesto al Consiglio di Stato, che ha giudicato «non coerenti» i criteri di calcolo delle bollette col quadro normativo uscito dal referendum del 12-13 giugno 2011. L'Autorità ''intende seguire i criteri già utilizzati per la definizione del cosiddetto Metodo tariffario transitorio che copre il biennio 2012-2013, all'interno del quale già si sono considerati gli effetti del referendum abrogativo. In una nota del Forum italiano dei movimenti per l’acqua si legge: “Abbiamo vinto, non si possono fare profitti sull'acqua. Questa volta a darci ragione è il parere del Consiglio di Stato sulla tariffa: le bollette che i gestori consegnano ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone. L'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas, incaricata di formulare la nuova tariffa all'indomani del Referendum, aveva infatti chiesto un parere al Consiglio di Stato circa la remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto garantito del 7% presente nelle bollette. Il Consiglio di Stato ha risposto confermando quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta. Quello che i cittadini hanno pagato è illegittimo e i soggetti gestori non hanno più alibi: devono ricalibrare le bollette”.