mercoledì 25 maggio 2011

Alzi la mano chi è povero

È la storia di una società che precipita. Dal rapporto annuale dell'Istat (Istituto nazionale di statistica) emerge una dura realtà: un italiano su quattro è povero. In questi anni sono mancate serie politiche di rilancio del sistema Italia. Le imprese continuano a chiudere una dopo l'altra soffocate dalla crisi o con la scusa della crisi si trasferiscono altrove, in qualche parte del mondo. Tutto questo sta accadendo nel silenzio generale per non disturbare il manovratore, la cricca degli amici degli amici e le puttane di palazzo. Prevale l'interesse di pochi arroganti e irresponsabili a scapito del "bene comune", della collettività. Sempre più famiglie, dal Nord al Sud, devono affrontare in perfetta solitudine il dramma del licenziamento, della cassa integrazione. Un operaio che ha appena perso il lavoro ha detto: "La politica mi fa schifo, ma almeno chi ci governava nella Prima Repubblica aveva anche un minimo di senso delle Istituzioni, faceva qualcosa per il Paese". Adesso? È una guerra per bande in cui molti protagonisti della politica arraffano il più possibile e se ne fregano del declino dell'Italia. Secondo il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, non è vero che un italiano su quattro è povero, anzi in un incontro pubblico rivolgendosi alla platea ha invitato ad alzare la mano chi lo fosse. Questo è lo stile di chi governa gli italiani che sono in fase di caduta libera e senza paracadute. Si attende lo schianto.



sabato 7 maggio 2011

Boxe 69

È salito sul ring nel 1969. Era una gelida notte di inverno. Ha imparato in fretta a muoversi, la difesa, l'attacco e tutte le regole che servono per resistere agli urti e soprattutto ai colpi bassi. Qualche volta è scivolato perché colpito alle spalle o da persone che non riteneva avversarie. Anche in queste occasioni si è subito rialzato, più forte e temprato nel carattere. Una roccia. È ancora sul ring e ogni tanto la vita senza motivo lo mette alle corde e lo massacra senza pietà. Un colpo dietro l'altro. Una pioggia di sangue. Uno scempio da fare intimidire perfino Jack La Motta, il famoso Toro Scatenato che prendeva un sacco di pugni senza mai andare giù. Una roccia non crolla, anche se a volte le botte frantumano il cuore e l'anima in mille pezzi come un bicchiere di cristallo. Il dolore è forte ma si continua a rimanere in piedi, anche quando non si vorrebbe. Anche quando si perde il conto delle ferite larghe e profonde. Un bravo pugile non si arrende mai, continua a combattere, con dignità, onestà e coraggio.