È tempo di sacrifici ma non c’è più nulla da mungere. Tutto esaurito, compresi pazienza e risparmi. Agli italiani si sta chiedendo troppo. Hanno le tasche vuote. Per scongiurare la crisi e soprattutto per evitare di finire rovinosamente come la Grecia, il super governo tecnico sta approvando provvedimenti tanto restrittivi quanto impopolari, il cui unico effetto visibile finora sono lacrime e sangue per quasi tutti. Ogni giorno si ha notizia di qualcuno che ha perso il lavoro, dal manager all’impiegato, dal libero professionista all’operario. L’economia è bloccata, senza ossigeno. Servono adeguate strategie per favorire la ripresa, iniziare a vedere una lucina in fondo al tunnel, rendere un tantino meno pesante la situazione. Si chiede la certezza di poter vivere, anche con poco, ma dignitosamente come prevede la Costituzione. Non è quello che sta accadendo. Il premier Mario Monti ha detto che è stato evitato uno choc distruttivo e che l’Italia “ha messo in sicurezza i conti” ma “molto resta da fare”. Tradotto: niente crescita fino al 2013 (forse). L’augurio di tutti è che i grandi sacrifici richiesti non siano a perdere.
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