La sala è ancora piena. La conferenza è terminata. L’ennesimo incontro su Milano Expo 2015, la manifestazione universale che in teoria dovrebbe favorire la ripresa economia in primis della Lombardia. Si formano i soliti capannelli di persone per commentare le relazioni. Sono stanco e deluso. Niente di nuovo: i soliti discorsi generali e ottimistici legati all'evento. Resto in disparte per rimettere a posto le mie cose. Si avvicina una donna di età indefinita che con voce stridula si presenta: “Ciao, sono Elena, ho due lauree e un master alla Bocconi”. Le stringo la mano ma resto in silenzio e un po’ interdetto perché non capisco il senso di quello che ha appena detto. Nessuno le ha chiesto il titolo di studio e generalmente risulta un’uscita infelice. Le rispondo presentandomi: “Sono un giornalista. Ho seguito la conferenza e adesso devo andare subito a scrivere il pezzo”. Lei: “Non ti fermi per il buffet e a curare le relazioni? Ci sono tante persone importanti in sala”. Resto ancora più perplesso di prima e le dico: “Bene! Allora buone relazioni, io devo lavorare”. E scappo via!
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