Ti prendo, ti sfrutto e poi ti getto via. È questa la filosofia di molti imprenditori italiani, che arruolano per lavori più e meno umili e pesanti, migliaia di immigrati. Uomini e donne che arrivano nel Belpaese in cerca di una vita migliore, fuggendo da aree povere e magari devastate da sanguinosi conflitti interni. Affrontano i viaggi della disperazione, subiscono abusi di ogni genere e situazioni estreme che ricordano i tempi dei campi di concentramento nazisti. Ma le autorità internazionali competenti chiudono un occhio e se serve anche l'altro, di fronte a chi si arricchisce con questo commercio di essere umani.
Gli immigrati in Italia devono lavorare senza sosta, accettare paghe misere e vivere ammassati in baracche per arricchire imprenditori senza scrupoli. E devono stare zitti, altrimenti il padrone di turno si arrabbia, prende il fucile, spara e uccide, com'è già accaduto. Quando il lavoro finisce e gli immigrati non servono più, la loro presenza diventa fastidiosa, un problema da eliminare ad ogni costo e con ogni mezzo. In alcuni casi vengono sprangati e gambizzati nell'indifferenza generale. Se poi c'è anche lo zampino della criminalità organizzata, gli scenari assumono tinte ancora più fosche.
Non servono a nulla le campagne nazionali contro il razzismo, l'indifferenza e la paura del diverso promosse da associazioni laiche e religiose. Non servono a nulla gli appelli del Pontefice che chiede di rispettare i migranti.
Questo è il tempo delle barbarie segnato da un progressivo degrado culturale e morale del Paese. Adesso i razzisti picchiano a sangue gli stranieri e gli omosessuali, poi magari tra qualche anno passeranno agli italiani apertamente non allineati al pensiero unico della forza politica dominante.
È stato superato il limite, con continui rigurgiti razzisti, dapprima in forma soft e poi con modalità sempre più violente e volgari anche grazie alla politica della paura.
Questo è il tempo delle ronde padane e neonaziste, dei respingimenti in alto mare, della cultura dell'odio del diverso e di chi non si conosce, della proposta di riservare vagoni della metropolitana ai milanesi. È il tempo della ripugnante degenerazione morale e politica, dei cori razzisti allo stadio contro il calciatore italiano di colore Mario Balotelli. A Milano per un paio di snack rubati dal bancone di un chiosco si può morire con la testa massacrata a colpi di sprangate. Ci sono anche i momenti di allegria padana, quando tra fiumi di birra si intonano canzoni contri i “napoletani puzzoni”.
Razzisti, criminali e neonazisti devono tornare nelle loro fogne. Molti italiani, dal Nord al Sud, hanno dimenticato che in un tempo non troppo lontano i loro nonni sono stati migranti e trattati come bestie. E presto, se non cambierà la situazione economica, i loro figli potrebbero essere costretti a lasciare il Paese per cercare lavoro e una vita dignitosa altrove.
Questo è il clima d'odio alimentato da... bah, lasciamo perdere!
RispondiEliminaHo sempre sostenuto che la Lega Nord è una metastasi che si sta incuneando nel sistema e che trova terreno fertile in queste terre intolleranti ieri con i veneti, poi con i meridionali, oggi con gli extracomunitari. Questa deriva è ora di combatterla duramente perchè non voglio vivere in un paese dove a furia di guardare il proprio tornaconto ci ritroveremo in un deserto mentale e e fisico.
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