La sala è piena come un uovo. L'argomento del convegno è interessante. Si discute del pregiudizio nella storia e nel presente, nell'ambito delle manifestazioni per il Giorno della Memoria (27 gennaio).
Inevitabili i richiami dei relatori ai crescenti fenomeni di razzismo nella società italiana. Uno psicologo spiega che il pregiudizio è insito nei bambini, interessa la parte primordiale del cervello e svolge una funzione di difesa verso le persone e le cose che non si conoscono.
L'ambiente in cui si cresce e la formazione culturale consentono ad ogni individuo di rafforzare oppure di superare i pregiudizi. Anche nell'età adulta si possono ancora provare dei pregiudizi che restano tali, salvo i casi i cui vengano legittimati e trasformati in giudizi da qualche irresponsabile (che ricopre un'importante carica istituzionale o comunque pubblica).
L'istituzionalizzazione del razzismo contro il diverso e gli ultimi è davvero molto pericolosa. Gli estremisti si sentono protetti e autorizzati ad agire. È quello che sta accadendo con l'esplosione degli episodi di violenza ai danni di immigrati, omosessuali e senzatetto. Occorre attivare tutti gli anticorpi democratici per fermare in tempo questa deriva fascista del Paese.
Il confronto, la conoscenza e la curiosità sono le vie maestre per superare i pregiudizi e costruire una società migliore.
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