La marea nera fa paura, avanza e distrugge tutto quello che incontra nel Golfo del Messico come in Italia. Soltanto che nel primo caso si tratta di petrolio, nel secondo della subdola avanzata di un nuovo regime autoritario.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dopo il disastro ecologico nel Golfo del Messico, promette battaglia e annuncia una nuova legge sull'energia pulita, facendo pagare l'inquinamento da Co2 e tagliando gli sconti fiscali alle società petrolifere. Proseguono i tentativi della società BP di bloccare la fuoriuscita di petrolio da un pozzo danneggiato in profondità, ma la macchia nera per ora non si ferma e si allarga a dismisura.
Lo stesso accade in Italia dove, nonostante i tentativi della società civile, del mondo della cultura e dei pochi politici capaci che fanno vera opposizione, non si riesce a fermare l'avanzata della marea nera che sta distruggendo i pilastri della democrazia, violando i principi intoccabili della Carta Costituzionale Repubblicana.
Una marea nera con robuste venature verdi, viscida e puzzolente che avanza sempre più rumorosa per devastare il presente e cancellare il futuro. Una marea alimentata da esseri arroganti e pericolosi, che vogliono instaurare con ogni mezzo un pensiero unico come nei più beceri dei regimi dittatoriali, dove il grande capo decide tutto, cambia le leggi a suo piacimento per tornaconto personale e per quello di pochi amici. Per tutti gli altri italiani è garantita soltanto la libertà di obbedire e adorare, salvo che da qualche parte in qualche modo appaia in loro difesa un Obama italiano capace di formare, coordinare e guidare una vera opposizione per salvare la democrazia.
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