giovedì 24 giugno 2010

Dalla cinghia (stretta) al cappio

Gli italiani sono sempre più poveri ma devono sorridere alla vita a denti stretti. La crisi economica colpisce sempre più famiglie anche perché non sono state finora promosse adeguate politiche di rilancio del sistema produttivo italiano. Il governo preferisce occuparsi di altro, come di intercettazioni e di magistratura. È stato detto che i cittadini devono stringere la cinghia, ma a forza di stringere sta diventando un pericoloso cappio. I continui tagli lasciano ai comuni solo due strade: aumento della tassazione a livello locale o taglio di servizi essenziali. Tutto questo mentre si continuano a creare costosi e inutili ministeri, spendere decine e decine di milioni di euro per l'acquisto di nuove auto blu di servizio e in generale a sperperare denaro pubblico per il bene della "cricca". Ci sono tanti italiani, soprattutto anziani e soli, che vivono sulla soglia della povertà ma non rinunciano alla loro dignità e onestà. Patiscono in silenzio la fame, a volte cercano tra i rifiuti dei mercati qualcosa di buono da portare a casa. Sono invisibili. Molti politici e manager, invece, nonostante i lauti stipendi e i tanti benefit di cui godono non sanno resistere alla tentazione di ingozzarsi sempre di più, di esibire in maniera rozza e arrogante tutto il proprio potere. E ci sono casi in cui non riescono a resistere alla tentazione di rubare a qualsiasi costo per pura ingordigia e con la matematica certezza di restare impuniti. Non è cambiato molto rispetto alla cosiddetta Prima Repubblica, ma almeno gli uomini che una volta gestivano il potere in Italia avevano anche un minimo di senso dello Stato.

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