mercoledì 29 febbraio 2012

Il carro armato


È la via principale e trafficata di un piccolo feudo milanese della Lega Nord. In questo comune perfino il fondo delle strisce pedonali è di un acceso colore verde. 
Devo attraversare la strada. Arrivano tre macchine e correttamente si fermano davanti alle strisce ed io mi avvio con passo veloce. 
Non faccio in tempo ad arrivare a metà del percorso che vedo spuntare a velocità una specie di carro armato. Supera a sinistra le tre auto ferme e solo perché mi catapulto in avanti non mi tira in aria. 
Faccio in tempo a vedere chi sta alla guida. È una donna dai capelli marrone cacca. Ha un viso magrissimo e bianco impreziosito con gioielli e tonnellate di trucco. 
Le labbra sono gonfie e spiccano per via di un rossetto rosso sangue. Con una mano tiene il cellulare attaccato a un orecchio e con l’altra il volante. 
Incrociamo per un attimo gli sguardi. Io sono spaventato. Lei invece fa una strana smorfia e preme sull’acceleratore. 
Mi riprendo e istintivamente inizio a correre dietro al carro armato imprecando. Ci sono altre auto e spero tanto che il semaforo poco distante diventi rosso. Invece resta verde e vedo il carro armato sparire in lontananza mentre dal finestrino la donna tira fuori una mano e mi saluta sollevando il dito medio. Ho il fiatone a causa dell'inutile corsa e come uno dei personaggi del comico Antonio Albanese esclamo: “Buttanazza, di chidda buttanazza!”. 





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