Davide è seduto nel
suo banco con lo sguardo perso oltre il vetro della finestra. È distratto perché
sta pensando a quello che dovrà fare tra qualche minuto.
Non gli interessa la lezione
sui poeti maledetti. Suona la campanella e con i compagni di classe si dirige
verso l’uscita.
Varca il cancello e invece di girare a destra verso casa, tira
dritto e aumentando il passo prende il viale principale della città. Ha un appuntamento
importante.
Raggiunge la
periferia, attraversa il Parco della Memoria fino a imboccare un viale stretto
e lungo. Ancora poche decine di metri.
Eccola! È bellissima. Capelli
neri e lunghi, occhi blu come il mare. Lei sorride. Lui tira giù lo zaino dalle
spalle e lo apre. Prende un grosso bocciolo di rosa e lo pone poco sopra la
testa di Angela, poi chiude gli occhi e la bacia sulle labbra.
Per un attimo sente
un calore immenso che gli brucia il cuore e l’anima ma quando riapre gli occhi,
prova un senso di profonda solitudine.
Una sola lacrima gli scende giù lentamente
dalla parte sinistra del volto. Sorride e dice: «Amore mio, vorrei che tu fossi
qui. Buon San Valentino!».
Tira fuori dalla tasca un fazzoletto rosso, si
asciuga la lacrima e poi lo passa sulla foto di Angela che si trova al centro
di una croce di marmo. Ancora un sorriso, ancora un ultimo bacio prima di
girarsi e tornare a casa con la consapevolezza che il vero amore è per sempre.
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