Tangenziale Ovest di Milano. Limite di velocità 90 km/h. Corsia centrale. A destra processione di autocarri, a sinistra automobili che viaggiano oltre i 160km/h.
Il contachilometri della mia monovolume familiare segna 100 km/h. A un certo punto uno dei tanti Suv mi si appiccica dietro. Inizia a suonare e lampeggiare come un matto, vuole spazio e lo vuole subito. Suona e impreca con ampi gestacci.
Non posso cambiare corsia, alla mia destra c’è la processione degli elefanti di metallo. Dall’altra parte, vetture che sfrecciano alla velocità della luce. Mantengo la calma, anche se dietro l’ominide incastonato nel Suv continua a infastidirmi.
Adesso riesce a superarmi fino ad affiancarmi: altra serie di gestacci e poi via velocissimo. L’ominide porta occhiali da sole in una grigia e gelida giornata invernale. Non ho neanche il tempo di prendere la targa.
Faccio un pensiero molto cattivo. Mi piacerebbe trovarlo qualche chilometro più avanti, schiantato contro il guard rail, accartocciato tra le lamiere del sua macchina, ridotto a pasticcio deforme di carne, ferro e sangue. Non importa se vivo o morto. Ma a questi pericolosi ominidi non capita mai nulla del genere. Neanche una semplice multa. Neanche un graffio. Non lo vedo più. Devo uscire dalla tangenziale.
Credo sia un pensiero che ognuno di noi ha fatto, almeno una volta nella vita, anche se pochi hanno l'onestà di ammetterlo. Io appartengo alla schiera di questi "cattivi pensatori", ma credo che la nostra non sia cattiveria vera e propria, bensì....legittima difesa: della nostra correttezza, della nostra educazione e della nostra vita.
RispondiEliminaCristiana