La temperatura è precipitata sotto zero. Sono gli ultimi giorni di scuola prima della lunga pausa natalizia. Nell'aria si respira un clima di festa ma in questo periodo molta gente diventa più cattiva e acida del solito. Lo dimostra un singolare episodio che riguarda un bambino arabo e il suo stravagante accompagnatore. Da circa una settimana ogni mattina, tra mamme e nonni che portano i pargoli a scuola nascosti da sciarpe e cappelli colorati e griffati, si distinguono queste due figure: il piccolo immigrato è vestito in modo regolare e, se non fosse per la pelle molto scura, non si noterebbe neanche tra i pallidi volti degli autoctoni. Il suo accompagnatore invece, praticamente a circa - 6 gradi di temperatura, è in strada con ciabatte, senza calze e con una pesante coperta che malamente gli copre la testa e la parte superiore del corpo. Indossa pantaloni e maglia molto leggeri. È troppo giovane per essere il padre del bambino ma potrebbe essere lo zio oppure il fratello maggiore. Non importa. Sta solo facendo il suo dovere: accompagnare il bimbo a scuola. In molti gli ridono dietro e borbottano malignamente: “Hai visto come vanno in giro questi stranieri. Roba da matti”. A nessuno viene in mente, tra una messa e un evento natalizio colmo di cibo e ipocrisia, che magari si tratta di una persona povera che non può permettersi vestiti adeguati per la fredda stagione invernale. Neanche un giaccone. È difficile credere che vada in giro riparandosi con una vecchia coperta per il solo piacere di farlo. Esiste anche uno spirito cattivo del Natale, freddo come il ghiaccio che ricopre i rami sparuti di un albero.
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