lunedì 7 gennaio 2013

Non se ne faranno una Regione


È iniziato il conto alla rovescia per le elezioni politiche del 2013. E puntuali arrivano i primi sondaggi, come quello dell’Istituto di ricerca Tecnè realizzato per Sky sulle intenzioni di voto degli italiani al 29 dicembre 2012. Il centrosinistra raggiunge il 39,9%. Il centrodestra è fermo al 24,8%. Poi a ruota seguono il Movimento 5 Stelle con il 15,7% e il grande centro (UdC, Fli, Scelta Civica “Monti”) con il 14,3%. Il primo partito è il Pd con il 35,3% contro il 19,5% del PdL. La lista collegata al premier uscente Mario Monti si attesta al 6%, l’Udc di Pier Ferdinando Casini al 4,8% e Futuro e Libertà di Gianfranco Fini all’1,2%. Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola conquista il 4,1%, la Lega Nord di Roberto Maroni il 3,9% e la lista “Rivoluzione Civile” di Antonio Ingroia il 3,8%. L’aria di vittoria che già si respira nel centrosinistra ha surriscaldato gli animi aumentando il traffico da regolare per permettere la formazione delle liste, soprattutto per le regionali in Lombardia. In molti stanno sentendo l’improvvisa esigenza di scendere in campo. Non è scritto da nessuna parte che bisogna per forza candidarsi alle politiche o alle regionali. I giochi sono quasi fatti. In molti resteranno delusi e non se ne faranno una “regione”. 


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